lunedì 26 settembre 2011

Lunedì 12 settembre- Cima di Nasta mt 3108- Cima Paganini mt 3051

La nostra giornata inizia piuttosto presto anche se la colazione verrà servita dopo le 7.

Io partirei anche un pò prima ......però.......mi rendo conto che va bene anche così, in fondo il dislivello da coprire non é certo eccessivo in quanto partiamo dai 2400 metri circa del Rifugio Remondino e la nostra vetta è alta mt 3108.



Riusciamo a metterci in viaggio verso le 8.

Dobbiamo innanzitutto raggiungere il Lago di Nasta a quota mt 2800.

La salita è molto, molto, molto ripida (la conosciamo già).

Dal rifugio occorre seguire gli abbondanti segni gialli nella pietraia.

Poco prima del lago, si raggiunge un bivio. Una scritta su un grosso masso segnala che procedendo verso destra si raggiungerà il Colle Brocan, mentre svoltando verso sinistra si raggiungerà il Lago di Nasta.

Naturalmente io svolto verso sinistra e in pochi minuti sono al lago (circa 35- 40 minuti dopo la partenza).

Mi porto sul versante del lago che lambisce la base della Cima di Nasta e aspetto Vittorio.

Purtroppo l'attesa si rivelerà un pò lunga in quanto, mentre lo aspetto, Vittorio sta girovagando nella pietraia: non ha visto il bivio e sta procedendo spedito verso il Colle Brocan.

Riusciamo comunque a ricongiungerci (io sono quasi congelata perché il Lago non è ancora baciato dal sole e c’è un’arietta piuttosto frizzante) e puntiamo diretti l'evidente Colle della Forchetta.

La salita dal lago di Nasta al Colle della Forchetta é interamente segnalata da ometti di pietre e, sebbene un pò ripida, secondo me avviene su un terreno tutto sommato buono.


Al Colle della Forchetta iniziano le difficoltà di tipo "alpinistico".

Innanzitutto, dobbiamo affrontare il passaggio che ci è stato segnalato da tutti come il più delicato dell'intera salita.

La difficoltà tecnica secondo me non raggiunge il II grado ma, a dire il vero, c'è un pò di esposizione laterale che potrebbe dare fastidio.

A me non ne dà ma devo dire che ho qualche preoccupazione per la discesa.

A tutti i modi cerco di stare tranquilla. Per il momento è il solo passaggio potenzialmente problematico in discesa, siamo già a circa 3000 metri, il tempo è buono, è prestissimo e quindi abbiamo un intera giornata per scendere da una rupe di pochi metri.

Inoltre abbiamo anche uno spezzone di corda.

Insomma...sono ottimista.....credo che possiamo farcela.

Superato il passaggio "delicato" (come detto in salita a dire il vero non lo è), guadagniamo una prima cengia ascendente.

Tramite un sistema di cenge ascendenti e di ripidi canalini (fortunatamente quasi sempre incassati, ricordo un solo passaggio che potrei definire “esposto” e si tratta comunque di pochi metri), si raggiunge l'insellatura tra le due vette della Nasta, la Cima Centrale di 3108 metri e la Cima Sudest di 3106 metri.


Raggiungiamo facilmente la Cima Centrale, dove ci riposiamo.

Dopo la sosta, affrontiamo l’ampia cresta che conduce alla Cima Sudest.

Un pò di foto di ciò che vediamo da lassù.....



















Iniziamo a scendere.

Purtroppo il sole del mattino ci ha lasciati e, da quando abbiamo iniziato la salita dal Colle della Forchetta, siamo avvolti nelle nuvole.

Torniamo al Colle lungo lo stesso percorso seguito per la salita.

A questo punto, ci dirigiamo verso il Colle di Nasta.

Dapprima sfruttiamo un’ampia (enormemente ampia) cengia che termina nella pietraia che occorrerà scendere per raggiungere il Colle di Nasta (il Colle di Nasta è raggiungibile anche dal Vallone di Assedras ma io ci ho già provato e non lo faccio più in quanto si tratta di risalire una pietraia infinita e molto ma molto instabile).

Raggiunto il Colle di Nasta (mt 2939) si raggiunge senza difficoltà la vetta della Cima Paganini.

La salita è interamente segnalata da frequenti ometti, quindi occorre rintracciarli e seguirli, onde evitare (cosa che è capitata alla sottoscritta) di trovarsi ad affrontare passaggi più complicati che non devono essere affrontati.

La sosta in vetta è purtroppo breve perché il cielo è nuvoloso e ci sembra più prudente fermarci una volta fuori dalle difficoltà.













Ridiscesi al Colle di Nasta, ci si pone il problema di riguadagnare l’ampia cengia dalla quale siamo venuti. La risalita della pietraia di cui sopra si rivela piuttosto insidiosa in quanto manca completamente una traccia.

E soprattutto si rivela molto faticosa.

Ma si tratta per fortuna di soli 100-150 metri di dislivello.

Raggiungiamo il Colle della Forchetta giusto in tempo per pranzare.

Non riusciamo, purtroppo, a fare una sosta al Lago di Nasta perché il sole ha definitivamente coperto le nuvole e non fa affatto caldo.






La sera al Rifugio facciamo la conoscenza di un signore di Alba che è un geologo (circostanza, questa, che rende Vittorio particolarmente interessato …..) e che domani, all’età di 74 anni, tenterà la salita alla Cima Sud dell’Argentera.

Ci aveva già provato e si era fermato al Passo dei Detriti.

Chapeau…..comunque, a prescindere dalla riuscita dell’impresa……

Chapeau per il desiderio di riprovarci e per la voglia di superare le proprie paure….

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