martedì 27 settembre 2011

Martedì 20 settembre- Cima delle Lose (mt 2813)- Punta Incianao (mt 2575)

Stamattina al momento della sveglia (mia…) la temperatura in campeggio a Demonte è di 2°C  e noi avremmo deciso di salire- questa volta per davvero- sulla Cima delle Lose.

Per raggiungere la Cima delle Lose, si lascia l’auto a Bersezio, nel parcheggio antistante il bivio per Ferrere (mt 1600 circa).

Dal parcheggio, si sale fino ad un edificio a fianco del quale sorge una ben visibile statua del Redentore.

Da qui, si guadagna la strada per Ferrere.

In corrispondenza del primo tornante che incontriamo, abbandoniamo la strada asfaltata e ci inoltriamo lungo una sterrata che si inoltra in un bel lariceto.

La sterrata sale con ampi tornanti e non è mai troppo ripida.

All’incirca a quota 1800 metri, si incontra un primo, importante bivio.

Si trascura la strada che prosegue- pianeggiante- in direzione di Argentera (palina) e si sale (sulla nostra sinistra) in direzione del Colle Incianao.

La strada raggiunge – sempre con ampi tornanti- i mt 2292 del Colle Incianao (io a dire la verità ho spesso tagliato nel bosco perché camminare sulle sterrate mi annoia un po’), dove arriva anche la seggiovia.

Sempre seguendo la carrareccia, si attraversa l’ampio altipiano pascolivo dell’Andelplan fino a quota 2490, dove la carrareccia termina in corrispondenza dell’arrivo di un impianto sciistico.


Sulla nostra sinistra vediamo anche i ruderi di un ex ricovero militare.

Poco prima che la carrareccia termini, la si abbandona e si guadagna il sentiero segnalato da ometti che corre nella conca sottostante.

Esso risale la china terminale della conca e, dapprima, raggiunge l’importante quota mt 2632, dalla quale si gode di una bella vista sul vallone che da Grange di Argentera sale al Colle Puriac.

A quota, si svolta a sinistra e si segue un sempre evidente ma molto ripido sentierino che raggiunge, dapprima, l’anticima alta mt 2797 e contrassegnata da un grosso ometto.

La salita è resa più difficile e faticosa dal fatto che le abbondanti piogge dei giorni scorsi hanno reso il pendio un po’ scivoloso.

Dall’anticima la situazione sembra complicarsi ma in realtà non è così in quanto non bisogna seguire la cresta: un sentierino – stretto ma sempre visibile- consente di portarsi a pochi metri dalla vetta dove (a questo punto sì) occorre scalare le ultime (facili) rocce della cresta.










Facciamo una lunga sosta in vetta …visto che le rigide temperature del mattino si sono notevolmente alzate.

Poi iniziamo la discesa.

Tornati  nel vallone dell’Andelplan, ci fermiamo ancora un po’ a chiacchierare con il pastore che ci racconta della nascita- questa mattina- di due agnellini.

Io osservo con un certo quale interesse la Punta Incianao.

Lasciamo il pastore e proseguiamo lungo la sterrata in direzione del Colle.

Io osservo tutti i canalini erbosi alla ricerca di quello che può essere il più adatto ad essere risalito.

Ci sono circa 300 metri di dislivello.

Pochi.

Ne individuo uno bello ripido e decido di aggredirlo (naturalmente Vittorio non è minimamente intenzionato a seguirmi ….ma si offre volontario per custodire il mio zaino).

Purtroppo la scelta del canalino non si rivela la migliore possibile.

Il canalino è ripido. Molto ripido. Nella parte centrale, nello sfasciume, si fatica a stare in piedi.

Il puntino nero che si vede nelle foto sono io!!




Nella parte terminale la pendenza aumenta ancora ma almeno mi trovo su erba e quindi riesco ad avere un migliore equilibrio.

A tutti i modi io sono tenace e proseguo.

Il canalino termina a pochissimi metri dalla vetta della Punta Incianao, che facilmente raggiungo.

Purtroppo la discesa si rivela ben più problematica della salita.

Mi rendo anche conto del fatto che sarebbe più conveniente scendere direttamente al Colle Incianao ma so che Vittorio mi sta aspettando alla base del canalino e quindi non ho altra scelta che scendere da dove sono venuta.

Con estrema cautela.

Quando raggiungo Vittorio….questi (che nel frattempo si è riposato e rifocillato e goduto il panorama) mi chiede come mai non sono scesa al Colle Incianao visto che appariva la più logica via di discesa.

Ripartiamo quasi subito alla volta del Colle, dove decido di sostare per mangiare qualcosa (belin consumo anche io, non mi nutro di aria!!).

La mia scelta di sostare ci regala la possibilità di avvistare tre aquile che volteggiano sulle nostre teste.

Dopo la pausa tecnica rientriamo all’auto e al campeggio……

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