martedì 27 settembre 2011

Lunedì 19 settembre- Argentera- Bassa di Colombart (mt 2461)

Ieri siamo stati costretti ad un riposo non previsto e non voluto.

In teoria, avremmo dovuto trasferirci al Rifugio Migliorero al fine di salire, nei prossimi giorni, al Becco Alto d’Ischiator e al Corborant.

Ma non è stato possibile in quanto il rifugista (sulla cui simpatia non intendo pronunciarmi) non è presente e ci ha detto di salire oggi.

Oggi però preferiamo non salire perché ieri sicuramente è nevicato e vorremmo verificare le condizioni in quota prima di metterci in caccia delle due sopra citate montagne.

Come ogni mattina, apro gli occhi bello presto, esco dalla tenda e preparo il caffè.

Mi rendo conto che la temperatura in effetti è scesa e ciò è anche testimoniato dal fatto che il nostro vicino di tenda tedesco sta smontando la tenda con il berretto e i guanti.

I tedeschi di solito non patiscono niente, men che mai il freddo.

Inizio a preparare il caffè e sento che mi si gelano le mani.

Allora salgo in auto e consulto il termometro.

4°C……….. 4°C …….4°C……

A Genova 4°C ci sono solo in pieno inverno.

A tutti i modi finisco di preparare la colazione e anche Vittorio esce dalla tenda.

Anche lui  è un po’ sconcertato per il gran freddo ma siamo abbastanza ottimisti perché non c’è vento.

Per oggi avremmo deciso di salire alla Cima delle Lose.

Vorremmo salire dalla frazione Grange di Argentera fino alla Bassa di Colombart e da lì alla vetta tramite il sentiero che ho visto l’altro ieri.

Raggiungiamo il paese di Argentera e lasciamo l’auto qualche tornante dopo, lungo la strada che conduce al Colle della Maddalena.

Scendiamo dall’auto e ci accoglie un bel venticello gelido.

Ci copriamo per bene ed imbocchiamo il sentiero che da Grange conduce al Colle Puriac.

Il sentiero corre lungo un vallone che, nella sua parte iniziale, ospita un alpeggio e segue sostanzialmente il corso del torrentello che solca il centro della valle.

Il terreno è gelato e il vento freddo non ci aiuta certo a riscaldarci.

Alle nostre spalle, torreggia la mole imponente del Monte Oronaye che appare in insolite e sgradevoli condizioni quasi invernali.

Inizio a pensare che l’idea di salire al Rifugio Migliorero sia da abbandonare.

Le due salite che dovremmo affrontare …diventerebbero molto difficili per noi se affrontate in condizioni non ottimali della montagna.

Mentre se le temperature dovessero salire potremmo trovare molte altre gite lungo i più caldi versanti sud delle montagne.

Frattanto arriviamo alla Bassa di Colombart.

C’è un vento che quasi impedisce di rimanere in piedi.

Inoltre, come già abbiamo potuto osservare, il tempo non è proprio bello come ci aspettavamo.

Nuvole nere hanno ormai coperto l’Oronaye e- grazie al forte vento- corrono veloci sulle vette attorno a noi.

Anche verso la Francia il tempo appare molto perturbato.

Facciamo un poco deciso tentativo di percorrere il crinale che dalla Bassa di Colombart conduce alla Cima delle Lose.

Il vento è troppo forte e troppo freddo e inoltre le condizioni meteo ci preoccupano.

Decidiamo di rinunciare (seconda rinuncia alla Cima delle Lose su due tentativi….)

Mano a mano che scendiamo il tempo peggiora e quando ci troviamo poco sopra i 2000 metri, quasi in vista dell’auto, inizia a nevischiare.

Mentre nevica io mangio i lamponi che trovo in abbondanti quantità sui lati del sentiero.

Raggiunta l’auto, saliamo al Colle della Maddalena dove pranziamo nell’unico ristorante.

Vorrei spendere una parola in suo favore perché, per essere onesti, ci siamo trovati benissimo sia in termini di quantità che in termini di qualità del cibo.



Dopo pranzo, decidiamo di fare un giro in Francia (già ieri avevamo provato ma avevamo trovato la strada ostruita da una frana) e scendiamo fino a Barcellonette.

Rientriamo al campeggio solo verso le 6 del pomeriggio ed abbiamo un’amara sorpresa.

Ci danno lo sfratto, il gestore ha deciso di chiudere il campeggio.

In effetti ci aveva già ventilato questa ipotesi ieri, quando non si era fatto vedere per tutto il giorno in quanto era andato a caccia.

Sembra quindi che siamo costretti a traslocare.

Mentre io smonto la tenda in fretta e furia, Vittorio si mette in cerca di un nuovo campeggio che trova a pochi chilometri di distanza.

Carichiamo al meglio le nostre cose in auto (sembra l’auto degli zingari…..) …..e ci trasferiamo.

Prima che calino le tenebre, abbiamo rimontato la tenda nel nuovo campeggio, abbiamo fatto la doccia e siamo pronti per andare a mangiare una enorme pizza (che a questo punto è anche meritata).



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