mercoledì 7 settembre 2011

Mercoledì 17 agosto 2011- Testa Grigia mt 3314- Monte Pinter mt 3132

Lunedì 16 agosto, nel pomeriggio, dopo la salita alla Becca di Nona (e, soprattutto, dopo l’epica discesa a Pila!), raggiungiamo il Camping Monte Rosa ad Extrepieraz in Valle d’Ayas, che rappresenterà il nostro campo base per i prossimi 10 giorni.

Le operazioni di montaggio della tenda si concludono anche più rapidamente del previsto.
Solo che ..ci accorgiamo di avere dimenticato a casa il telo da posizionare sotto alla tenda e speriamo di non dover pagare cara questa dimenticanza.
Prime impressioni dalla Val d’Ayas…
Il campeggio è molto carino e presenta quale unico inconveniente la lontananza della tenda dai servizi igienici e dall’auto.
Quest’anno poi- avendo cambiato auto – ci permettiamo anche qualche comodità in più. Abbiamo persino un tavolino ed un paio di sedie.
Insomma …..all’ora di cena siamo sistemati proprio bene e quindi non ci resta che cenare e scegliere una meta per domani.

Poiché ci sentiamo comunque un po’ stanchi, scegliamo la salita dei due Rothorn  (?!) in quanto si parte da Ostafa – raggiungibile da Champoluc con l’ovovia.
La mattina successiva dunque partiamo da Ostafa e ci incamminiamo lungo il sentiero numero 12 che conduce al Colle Pinter con l’obiettivo di abbandonarlo e di inerpicarci lungo una pietraia che dovrebbe portare al Colletto 3011, un intaglio della cresta della Testa Grigia.
Purtroppo sbagliamo talmente tanto che ci troviamo 100 metri sotto al Colle Pinter.
A questo punto, le opzioni sono due.

La prima è ritirarsi con le pive nel sacco e non è da prendere in considerazione.
La seconda è cambiare obiettivo e puntare diretti alla Testa Grigia.
Sostiamo al Colle Pinter dove incontriamo un due uomini e un ragazzino che sono appena scesi dalla Testa Grigia stessa.
Io ho un po’ di timore nell’affrontare questa montagna ma mi convinco che se ce l’ha fatta il ragazzino posso farcela anche io e mi metto in marcia.
Mi rendo subito conto che – diversamente da quanto previsto- non sarà affatto una giornata riposante.
La salita si presenta fin dall’inizio molto ripida.

Poco sotto la vetta del Monte Pinter, il terreno si fa più infido anche se raramente il percorso si presenta esposto.
Poi finalmente la pendenza diminuisce.
Qui rimango sola perché Vittorio si rifiuta di proseguire.
Io vado avanti.

Purtroppo la Testa Grigia è avvolta nelle nuvole.
Supero parecchie persone. Tutte le persone che avevo davanti.
Inizio ad incontrare gente che scende e ricevo ampie rassicurazioni ed incoraggiamenti da tutti.
Frattanto raggiungo il primo tratto attrezzato con catena.

Dovrei fermarmi e riposare un po’ prima di proseguire ma non lo faccio.
Il salto di roccia da superare è banale ma l’esposizione alla mia destra è abbastanza impressionante.
Acchiappo la catena e la tiro con tutte le mie forze e ….niente ….non riesco….
O, meglio, fisicamente riuscirei agevolmente ma la testa mi impedisce di eseguire l'operazione.
Questo perché per superare il salto roccioso dovrei passare “all’esterno” ma “all’esterno” c’è l’abisso.

Litigo per lunghi minuti con la roccia, con la catena e soprattutto con me stessa.
Nel frattempo vengo raggiunta da un signore piuttosto anziano che sta salendo da solo e che procede con passo molto lento ma molto sicuro.
Questo signore- che non dimenticherò-  mi spiega come superare l’ostacolo e io lo faccio.
In realtà, ciò che mi aiuta è soprattutto il fatto di non essere più sola e di avere il conforto della presenza di un altro essere umano
Proseguiamo la salita insieme. Lui procede piano perché patisce la quota, però con passo regolare e soprattitutto sicuro.
Penso che vorrei anche io un giorno aggirarmi per queste montagne con così tanta sicurezza nei miei mezzi.
Raggiungiamo l’aerea cengia che si trova poco sotto la vetta.
La cengia in effetti è piuttosto esposta ma fortunatamente è breve e quindi la superiamo senza grossi patemi d’animo (oddio ...qualcuno a dire la verità sì, ma magistralmente tenuto sotto controllo).
L’ultimo salto roccioso prima della vetta è attrezzato con un bel cavo d’acciaio e quindi non ci procura problemi.  
Purtroppo la vetta – siamo a quota 3314- è avvolta nelle nuvole e vediamo veramente pochissimo.













Dopo una breve sosta il mio compagno di viaggio ed io scendiamo …….più agevolmente di quanto non siamo saliti ….e in breve ci troviamo fuori dalle difficoltà, sull’ampia cresta che congiunge la Testa Grigia al Monte Pinter, dove Vittorio mi aspetta (con la pancia piena tra l’altro, visto che ha evidentemente approfittato per rifocillarsi).
Finalmente mi riposo anche io …ma non troppo a lungo perché non ho alcuna intenzione di rinunciare a salire sul Monte Pinter, dove- poco sotto la vetta- sorge il Bivacco Lateltin.

Della vista da qui abbiamo qualche immagine in più perchè Vittorio è come di consueto molto più bravo di me nell'arte della fotografia....








La discesa al colle, invece, ci regala queste belle immagini dei Laghi Pinter.....

Concludo la giornata ad un metro da terra.
Sono stata in cima alla Testa Grigia che per me era più o meno l'obiettivo dell'intera vacanza.
Inoltre sto abbastanza bene (anche se non posso nascondere che la gamba sinistra fa sempre i capricci e che io  faccio un uso eccessivo di anti infiammatori...)..

Domani ci riposiamo.....

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