lunedì 26 settembre 2011

Mercoledì 14 settembre- Cima Ghilié (mt 2998)

La mattina del 14 settembre ci apprestiamo a lasciare il Rifugio Remondino dopo 3 giorni di permanenza.

L’idea (naturalmente mia) è quella di salire al Lago di Nasta, traversare sotto al Bastione e al Brocan in direzione del Colle Est del Mercantour, salire al Colle Ghilié e di lì alla vetta della Cima Ghilié, per poi scendere al Piano della Casa tramite il sentiero che percorre il Vallone di Balma Ghilié.

Ci mettiamo in viaggio verso le 8, saliamo lungo la pietraia fino all’altezza del Lago di Nasta ma, in questo caso, non seguiamo le indicazioni per il lago (tacche gialle) bensì quelle per il Colle Brocan (tacche rosse).

La traversata avviene in un ambiente selvaggio e bellissimo.

Il percorso si svolge interamente su pietraia ed è ottimamente segnalato con tacche ed ometti.

Quando ci si trova all’incirca sotto la verticale del Colle Brocan, si incontra un ulteriore bivio.

Se si prosegue verso sinistra (in salita) si raggiunge il Colle Brocan e si scollina in Francia.

Noi seguiamo (ovviamente) l’indicazione per il Colle Est del Mercantour.

In realtà noi non dobbiamo raggiungere il Colle Est del Mercantour in quanto il nostro obiettivo è quello di raggiungere il più elevato Colle Ghilié e- di lì- la vetta.

Sarebbe utile una cartina ma noi siamo riusciti a dimenticare in auto sia la cartina che TUTTE le relazioni e quindi ci affidiamo ai miei ricordi (ho fatto questa traversata all’incontrario …direi nel 2006!!!!)

Mi ricordo che eravamo passati nei pressi di un laghetto che all’epoca era ghiacciato e quindi, quando mi sembra di trovarmi nei pressi del Colle Ghilié, mi metto in cerca del laghetto.

Che- a dire la verità- trovo più facilmente di quanto potessi sperare (sono passati 5 anni dall’ultima volta in cui sono transitata di qui assieme all’amico Max).

Dal laghetto puntiamo il Colle Ghilié (poco meno di 2700 metri) e nella pietraia iniziamo ad incontrare degli ometti che seguiamo.

Gli ometti ci conducono ad una via di salita assai ripida.

Io non mi ricordavo che fosse così ripida, mi ricordavo una salita molto più piacevole e molto meno faticosa e molto più panoramica.

Però …tant’è …gli ometti ci sono e io li seguo.

Quando finalmente la salita si addolcisce, mi trovo nel tipo di ambiente che mi aspettavo e che ricordavo.

Gli ometti si dirigono verso la vetta.

Mi accorgo però che ….c’è anche un’altra traccia, proveniente dal crinale, e non dal canalino di sfasciumi dal quale sono arrivata io.

Probabilmente quando ero salita con Max avevo seguito la traccia proveniente dal crinale che, in effetti, è molto più panoramica e gradevole di quella che ho seguito oggi.

In generale vedo che ci sono diversi percorsi che si possono seguire e inizio ad essere un po’ preoccupata perché Vittorio è rimasto indietro (direi molto indietro…) e non posso essere certa che riusciremo a ricongiungerci.

A tutti i modi mi sembra che la cosa più giusta sia andare in vetta, visto che anche Vittorio è diretto lì.
Così faccio.

Raggiunta la vetta, ho una discreta visuale e però …di Vittorio neanche l’ombra…

Dopo un po’ inizio a preoccuparmi e allora inizio a lanciare qualche urlo …tipo “ci sei??!”, “mi senti?”
(se quando vi trovate in giro per i monti sentite urlare "ci sei??" non spaventatevi, probabilmente sono io, normalmente non sono nè aggressiva nè pericolosa  :risata: )

Dopo diversi minuti, Vittorio mi risponde e mi sembra di capire che mi dica “Scendi”.

Evidentemente non intende raggiungere la vetta.

Scendo più velocemente che posso (anche troppo velocemente visto il tipo di ambiente in cui mi muovo) cercando di seguire, senza riuscirci, l’itinerario di salita.

Alla base della ripida salita da cui sono venuta (che ho trovato con qualche difficoltà e dopo avere parecchio girovagato sull'altipiano sottostante la vetta), ritrovo Vittorio.

Il quale per fortuna sta benissimo e appare ben più riposato e rilassato della sottoscritta.

Semplicemente ha rinunciato alla vetta perché ha seguito una traccia segnata da ometti che però lo avrebbe costretto all’attraversamento di un nevaio ……e lui – che è piuttosto allergico alla neve-se ne è guardato bene dal provarci……

A causa di questo piccolo inconveniente, non abbiamo foto della vetta e dalla vetta della Cima Ghilié.

Quindi bisogna tornarci perché è una montagna bellissima che merita senz’altro lo sforzo che richiede…..

Seguendo gli ometti, raggiungiamo dapprima il Colle Ghilié e successivamente il Colle Est del Mercantour, dove incontriamo il sentiero che, senza difficoltà, ci consentirà di tornare al Pian della Casa e all’auto.

Rinunciamo alla salita alla Cima Mercantour perché oramai è tutto nuvoloso e non vorremmo farci cogliere dalla pioggia.

Ecco, comunque, le poche foto della giornata:








Lasciamo il Piano della Casa alla volta della Valle Stura, dove intendiamo sistemarci in campeggio per qualche giorno.

Ci sistemiamo a Demonte, che è abbastanza centrale rispetto alle varie gite che abbiamo in programma.
Presso il Camping Piscina.

Il campeggio è quasi deserto perché, come ci dice il gestore, la stagione qui è finita.

Inoltre, si trova collocato in una posizione non proprio felice, nelle vicinanze di una stalla e quindi, a seconda di come gira il vento, veniamo raggiunti da odori che, all’ora di cena, non stimolano l’appetito.

Fa molto caldo ….persino troppo caldo per essere settembre.
Ma per noi …va bene così. Questa coda dell’estate è veramente graditissima!



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